alla reciprocità e alla simmetria. Per Levenson è il paziente che induce l'analista ad
agire le configurazioni relazionali in una matrice transfert controtransfert. Se l'analista
resiste l'analisi si trasforma in lavoro intellettuale e la relazione svanisce. L'enactment
è quindi essenzialmente controtransferale e, insieme alla sua successiva elaborazione
è considerato il centro dell'analisi stessa.
Alcuni autori prendono in considerazione solo gli enactment più evidenti, quelli
sessuali o i ritardi ad es., altri includono nell'enactment tutti i tipi di interazione
analista paziente. Mac Laughlin si concentra soprattutto sulle componenti non
verbali, gestuali e posturali, Jacobs è sensibile alle sottili sfumature con cui l'analista
interagisce col paziente, ai micro movimenti.
Owen Renik ha utilizzato il concetto di enactment per una radicale rielaborazione del
ruolo dello psicoanalista nella diade analitica. Le messe in atto dell'analista sono non
solo inevitabili ma desiderabili, perchè permettono di essere analizzate e di creare un
clima analitico di maggior spontaneità . La sua posizione è molto radicale: non solo
eliminare l'anonimato ma favorire una posizione etica di disvelamento, autenticità e
franchezza.
Hirsh riassume l'approccio interpersonale contemporaneo in tre affermazioni che
sintetizzano la partecipazione analitica come “partecipazione osservata” modificando
l'assunto di “partecipazione osservante” di Sullivan. 1° paziente e analista si
influenzano reciprocamente 2°l'enactment di controtransfert è inevitabile e necessario
3° il controtransfert spesso scoperto dopo l'enactment, va affrontato utilizzandolo.
L'attenzione posta agli enactment, al di là di come ogni psicoanalista decida di
utilizzarli nella clinica, ha avuto il merito di modificare l'ascolto analitico e indirizzare
l'attenzione dell'analista verso le emozioni che circolano in entrambe le direzioni. Vi è
unanimità nel ritenere che la soggettività dell'analista venga trasferita al pz e sia
inutile e controproducente cercare di eliminare questa partecipazione .
Spontaneità e sincerità nel muoversi nel campo analitico. Hoffman indica questo
atteggiamento con l'espressione “buttare via il libro” e Renik nel bisogno di giocare a
carte scoperte favorendo anche comportamenti disciplinati di self disclosure.
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